Destini #1
Los Roques è un posto bizzarro, ho già avuto modo di riportarlo in questo blog attraverso vari racconti.
La popolazione ne è un esempio lampante e come in ogni parte del mondo l’ambiente fisico ha ripercussioni sulla psiche degli abitanti, come ha avuto modo di sostenere tempo fa Kurt Lewin. Questo vale sicuramente per la popolazione autoctona, che un tempo si occupava principalmente di pesca e che oggi, con l’avvento del turismo ha variato la tipologia delle proprie mansioni. Nonostante Los Roques sia Parco Nazionale dal 1972 e il turismo di massa abbia iniziato a prendere piede verso la fine degli anni ’80, la popolazione degli isolani rimane un enclave ben separata da chi viene da fuori per lavoro, con tutta una serie di evidenze genetiche dovute a incroci più o meno incestuosi. Solo chi ha la residenza nel Parco, quasi esclusivamente le poche famiglie originarie dell’arcipelago, può costruire o possedere una casa qui.
Il destino di chi viene a lavorare a Los Roques è quindi abbastanza precario. Sono molti i Venezuelani che lasciano famiglie e amici in terra ferma per venire a lavorare in questo paradiso. Effettivamente a Los Roques si guadagnano stipendi che sono un miraggio in altre parti del Venezuela e questo attira molte persone, giovani e meno giovani, a lavorare nel grande baraccone del turismo. Anche il costo della vita è piuttosto elevato, per ragioni che difficilmente possono rientrare in una logica di libero mercato… e questo costringe a operazioni di risparmio piuttosto massicce, per quanto la tendenza generalè è mossa più da istinti estetici e goderecci e inebria i sensi con quello che offre l’isola…
Quindi molti, compresi vari imprenditori prevalentemente di nazionalità italiana, soggiornano nell’isola per lavoro trovandosi di fronte alle difficoltà più banali, soprattutto per la reperibilità delle merci e per la difficoltà nel trovare alloggi. Difficilmente chi vive qui lo fa con i suoi cari, famiglia, amici, amanti e io rientro in questa categoria di profugo affettivo. Rimane ancora un mistero cosa spinga le persone a stare qui, al di là dei motivi meramente economici e difficilmente le persone che interrogo riescono a formulare delle spiegazioni coerenti… spesso si chiama in causa un’entità che fino ad oggi avevo relegato nelle ultime posizioni sulla scala dell’importanza… un’entità che si chiama destino e sulla quale, avendole negato fino ad oggi lo statuto di esistenza, non so quasi nulla, ma della quale inizio a intravedere le logiche e i disegni.