Vivere sull'oceano? Un progetto futuristico
Ho in contrato la barca Seawolf e il suo equipaggio alla Grand Harbour Marina in Birgu. Birgu, oggi chiamata Vittoriosa, è una splendida città medievale con imponenti forti che proteggono l’entrata alla marina, chiese medioevali e bei vicoli dove si trovano ancora il panettiere, il verduraio e il negozietto di generi alimentari. La Marina sembra offrire ottimi servizi, e ospita lussuosi superyacht.
Ho apprezzato Malta e la Valleta, in attesa che tutti i membri dell’equipaggio arrivassero. Ogni angolo è un pezzo di storia, ho amato molto l’architettura, ma più di tutto il clima. In questo momento ci sono 25,7° e 70% di umidità con una brezza intorno ai 15nodi. Sono le 11.10 di lunedì 1 Novembre e tra poche ore io, lo skipper David, Bruce, Diego, Simon and Barry partiremo per la nostra prima tappa, Pantelleria a 135 miglia da Malta. La navigazione dovrebbe durare circa 24h, con vento a favore fino alle prime ore della notte secondo le previsioni . Poi ce lo ritroveremo di fronte e vedremo cosa succederà.
I certificati RYA sono considerati tra le qualifiche più utili e più credibili nel mondo dello yachting. Lo scopo dei certificati è verificare la capacità del comandante nel prendersi carico al 100% dell’imbarcazione che è chiamato a comandare: deve essere in grado di entrare in qualsiasi porto ben tracciato per la prima volta, con profondità sufficiente, di giorno o di notte; di ormeggiare in qualsiasi modo (banchina, boa, ormeggio) sia con l’utilizzo del motore sia puramente a vela; in oltre è una persona in grado di preparare una navigazione fornendo un briefing all’equipaggio su percorso e sicurezza e prendendosi carico della navigazione.
Esistono tre tipi di Yachtmaster: Coastal (navigazione nei pressi della costa) Offhsore (fino a 150 nm dalla costa) e Ocean (senza limiti)
L’esame di Yachtmaster
Per diventare Yachmaster è necessario superare un esame di abilità della durata di una giornata con un esaminatore che poi rilascerà un attestato valido per la Maritime and Coastguard Agency (MCA). Non è necessario fare un corso RYA per poter effettuare l’esame. E’ richiesta una certa esperienza e il superamento di alcune prove per essere considerati idonei: abilità di skipper, manovre in porto, nautica generale, navigazione oltre le 60 miglia nautiche, conoscenza e consapevolezza d della sicurezza a bordo, la conoscenza della meteorologia, IRPCS (sistema internazionale di prevenzione delle collisioni) e segnali di emergenza. Attraverso diverse prove si testa l’abilità del candidato in situazioni difficili, nel recupero dell’uomo a mare, nella navigazione cieca e nella gestione dell’equipaggio.
Nel lavoro che svolgevo fino a qualche tempo fa mi veniva spesso chiesto (a volte ero io stesso a desiderarlo) di trovare nuovi strumenti per favorire l’apprendimento delle persone all’interno delle aziende. E’ più di qualche decina d’anni che la psicologia e altre discipline si interrogano sui meccanismi di apprendimento. La società poi, spinta dall’idea di progresso è in cerca di metodologie, dispositivi, tecniche, magie in grado di rendere l’apprendimento, più veloce, più profondo, più economico.
Nel corso dell’ultimo anno, quando cioè ho deciso di fare un’esperienza temporanea in Venezuela, mi sono trovato a fronteggiare davvero un mondo nuovo e ho dovuto apprendere modi per districarmi in quella nuova realtà. Dalla lingua spagnola al funzionamento di un motore diesel, dal kitesurfing alla programmazione degli acquisti di un charter, dai balli caraibici a slamare un pesce dai denti aguzzi, tutto era per me nuovo e mi sono visto costretto ad affrontare nuovi problemi e a sviluppare la capacità per ottenere dei risultati più o meno soddisfacenti (pessimi per quanto riguarda le danze caraibiche). Tutto questo percorso l’ho affrontato da autodidatta, senza cioè nessuno che mi abbia inserito in un percorso strutturato per accelerare o supportare i miei apprendimenti, cercando di carpire da chi mi stava intorno, osservando, leggendo, provando.
Tutto questo dilettantismo ha reso più lunghi e meno efficaci i vari tipi di apprendimenti che mi serviva sviluppare, ma ha anche demolito in me l’idea che per alcuni compiti non si è portati. E mi fa sorgere una domanda: è meglio assecondare le proprie qualità, i propri punti di forza o si possono imparare anche cose per cui “non si è portati”? Nel caso di un ragazzo che si trovi a decidere della propria educazione, mettiamo caso la scelta della scuola superiore o dell’università, questa domanda non è per nulla banale.
Tra meno di una settimana comincerò un percorso strutturato per conseguire un titolo professionale di capitano di yacht a vela fino a 200 tonnellate. Dopo l’esperienza sul Bicho a Los Roques ho capito che la barca e il mare sono ambienti che mi fanno sentire bene e di cui sento la mancanza. Non mi sono mai ritenuto particolarmente portato per questo tipo di vita, perchè le capacità manuali (manutenzione e riparazione in primis) sono un must della professione e io mi trovo ancora allo stadio zero. Però ho deciso che per quanto difficile potrà essere voglio provarci.
Mi troverò di fronte a un percorso impegnativo, fatto di prove di abilità e conoscenze teoriche da dimostrare nel corso di un esame per ottenere il brevetto. Ho deciso questa volta di affidarmi a delle scuole e per questo a breve lascerò l’Italia alla volta di Gibilterra, questa volta per andare a imparare un mestiere nuovo.
Scriverò un diario, cartaceo e speriamo anche digitale, in cui cercherò di tenere le fila di quasi due mesi di scuola. Ironicamente è uno di quegli strumenti che proponevo a volte nelle aule per tenere traccia del percorso e per incoraggiare la riflessione sulle esperienze. E’ uno strumento che in definitiva già uso, sempre in maniera spontanea e poco strutturata come questo blog, ma ora è legato ad un obiettivo specifico.
Anche questa è una delle possibilità che mi da l’isola.
Nell’era della navigazione satellitare e della banda larga, ogni tecnica basata sui sensi umani ci sembra imprecisa e inaffidabile. Eppure ci dimentichiamo che con i suoi 5 sensi (aggiungiamone uno non meglio specificato, l’intuito) l’uomo ha circumnavigato il globo e compiuto imprese che oggi nessuno si sognerebbe di ripetere.
Una notte il solito Fernando, nel corso di una discussione sul rapporto tra strumento e tecnica, mi raccontò un aneddoto curioso su come si naviga in mare. C’è un capitano di nome Fermìn che per lungo tempo ha prestato servizio su una barca da rifornimento che operava sulla rotta La Guaira – Los Roques.
Si racconta che la precisione e la puntualità delle sue rotte fossero ineccepibili. Con le più diverse condizioni metereologiche percorreva le 166 miglia di navigazione in 12 ore. Ma la cosa più sorprendente era il suo strumento di navigazione, una cassa colma di birra e di ghiaccio sulla quale stava seduto mentre era al timone. Seguendo punti di riferimento solo a lui noti, con una precisione invidiabile ad ogni strumento costruito dall’uomo, alla 36.ma lattina di birra che accartocciava seduto al timone varcava la bocca di Sebastopol, l’ingresso sud dell’arcipelago.