La storia di Fermìn
Nell’era della navigazione satellitare e della banda larga, ogni tecnica basata sui sensi umani ci sembra imprecisa e inaffidabile. Eppure ci dimentichiamo che con i suoi 5 sensi (aggiungiamone uno non meglio specificato, l’intuito) l’uomo ha circumnavigato il globo e compiuto imprese che oggi nessuno si sognerebbe di ripetere.
Una notte il solito Fernando, nel corso di una discussione sul rapporto tra strumento e tecnica, mi raccontò un aneddoto curioso su come si naviga in mare. C’è un capitano di nome Fermìn che per lungo tempo ha prestato servizio su una barca da rifornimento che operava sulla rotta La Guaira – Los Roques.
Si racconta che la precisione e la puntualità delle sue rotte fossero ineccepibili. Con le più diverse condizioni metereologiche percorreva le 166 miglia di navigazione in 12 ore. Ma la cosa più sorprendente era il suo strumento di navigazione, una cassa colma di birra e di ghiaccio sulla quale stava seduto mentre era al timone. Seguendo punti di riferimento solo a lui noti, con una precisione invidiabile ad ogni strumento costruito dall’uomo, alla 36.ma lattina di birra che accartocciava seduto al timone varcava la bocca di Sebastopol, l’ingresso sud dell’arcipelago.